MEDITERRANEO! In fondo c’è ancora tutto settembre davanti a noi

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L’estate sta finendo, eccetera eccetera. In più di quando in quando piove e le temperature si sono abbassate. Però c’è ancora tutto settembre davanti a noi e il Mediterraneo a fine stagione è dolce, di un fascino discreto e calmo. Perciò eccovi due spunti per chiudere in bellezza.

LùBar
Un chiosco nella bellissima riserva di Vendicari, in una Sicilia bella che più bella non si può. LùBar nasce in questo angolo selvaggio di Mediterraneo, tra mandorle e ulivi e ha come sottofondo il rumore del mare. Un ciringuito dove mangiare con i piedi scalzi cibi di strada siciliani e vecchie ricette rivisitate. Per aperitivi speciali

www.facebook.com/lubar.oasivendicari

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NightsLùbar @Lùbar

Aegenapan
Living on an island somewhere in the Aegean Sea, is like living on a star“. Un sito di immagini e parole dalle isole greche. Maria e Christos fotografano e raccontano le isole dell’Egeo e viene subito voglia di essere lì. Un sito carico carico di suggestioni. Da sfogliare e gustare con gli occhi.

www.aegeanpan.com

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Come sopravvivere a Mykonos e tornare felici [parte seconda]

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Ci è piaciuto

La spiaggia di Agios Sostis
Dopo aver lasciato Panormos (vedi post precedente) si prosegue per un chilometro e mezzo per trovare la piccola e tranquilla spiaggia di Agios Sostis. Niente ombrelloni qui, niente musica. Una chiesetta bianca dal tetto rosso domina la caletta e le dà il nome.
Ad Agios Sostis si viene per un bagno rilassato ma anche per un pranzo da Kiki, la taverna segreta meno segreta di Mykonos. Da Kiki, che è il prototipo della taverna sul mare che tutti abbiamo in mente, non c’è telefono, né insegna; il menù annovera pochi piatti serviti solo per il pranzo. All’una esatte apre il cancello di legno della veranda. Mettete in conto di arrivare per tempo se volete godervi la vista, il cibo, l’ombra degli alberi. Il vostro pezzo di Grecia da cartolina.

Faro Mykonos

Il faro
Forse non tutti sanno che a Mykonos c’è un faro. Solitario e altezzoso, su una punta a strapiombo sul mare, così come ogni faro che si rispetti. La gita al faro al calar del giorno regala un paesaggio brullo da Mediterraneo arso e un panorama mozzafiato. Noi ci siamo portati vino e bicchieri di cristallo e, nel totale silenzio rotto solo dal rumore del vento, abbiamo brindato davanti al mare cercando di indovinare il nome delle isole che da lì si vedono emergere come profili bruni nell’orizzonte vicino e lontano. Poi a un certo punto, per rompere il silenzio, io devo aver detto che lì sembrava di essere in Bretagna, affermazione che faccio sempre in presenza di un faro. Dopodichè siamo scesi verso la cena.

Ano Mera
Ano Mera è una specie di anti-Chora. Un paese piccolo di poche case bianche con una piazza piena di taverne e un monastero. Lì andavamo in scooter al mattino prima della spiaggia per acquistare biscotti e sfoglie salate nel forno-panettiere, uno di quelli dove ti viene il sospetto che spruzzino il profumo di dolci con un enorme spray per farti cadere in tentazione. E noi in tentazione siamo caduti quasi ogni giorno…
La sera poi siamo tornati ad Ano Mera a gustare il maialino al forno, specialità della taverna all’entrata del paese che ha un nome curioso: Whatever is left. Piatto buono, anzi buonissimo, accompagnato dalle patate al forno e preceduto da una serie di meze che il proprietario del ristorante ti fa scegliere appena ti siedi. E se poi vi capitasse di essere coinvolti in un giro di sirtaki improvvisato davanti alla taverna, non tiratevi indietro. Noi siamo stati timidi e abbiamo preferito essere semplici spettatori. Me ne dispiace ancora.

[ATTENZIONE! Tutte le informazioni e le impressioni contenute in questo post, così come in quello precedente, si riferiscono alla prima settimana di Luglio. Cosa succede più tardi a Luglio o nel mese di Agosto non so]

Mykonos pescatori

Come sopravvivere a Mykonos e tornare felici [parte prima]

spiaggia mikonos

La spiaggia di Ftelia vista dalla terrazza del ristorante omonimo

Inizierò questo post con la madre di tutte le banalità: a Mykonos bisognerebbe andare fuori stagione. Sempre che non siate amanti della vita notturna e del caos, e che non vi piacciano le spiagge dove si balla con molti decibel al tramonto. Detto questo, la buona notizia è che noi siamo stati a inizio luglio e siamo sopravvissuti. Felicemente, molto felicemente. Quasi solitari, mai in coda, con pochi decibel e in assenza di mondanità. Senza aver mai messo piede in una spiaggia che contenga nel nome la parola Paradise. Godendoci l’isola in tranquillità. Un’altra Mykonos. Che esiste, o almeno esiste ancora la prima settimana di luglio. Più tardi, non saprei.

 

Ci è piaciuto 
 
La spiaggia di Ftelia
La spiaggia di Ftelia (foto sopra) si trova a nord dell’isola. A circa cinque chilometri dalla Chora, Ftelia si raggiunge facilmente in motorino o in auto percorrendo un breve tratto di strada sterrata.
Esposta ai (mal)umori del Meltemi, è anche conosciuta come la spiaggia dei surfisti. Se la cercate su internet, leggerete che Ftelia è così ventosa da non essere indicata per nuotare o prendere il sole. Sarà anche vero, ma io ci ho passato più di una giornata di abbronzature e bagni.
Ftelia non è attrezzata con ombrelloni e sdraio e forse anche per questo rimane una spiaggia tranquilla. Qualche coppia, qualche famiglia. A inizio luglio era ancora poco affollata.
Priva di alberi dall’ombra ristoratrice, ma provvista di rifugio per una pausa dal sole. C’è infatti un ristorante, in posizione sopraelevata rispetto alla spiaggia, che regala una bella vista e due terrazze ombreggiate, di cui una con enormi e comodi cuscini. Si respira un’aria rilassata, anche se non si tratta certo di una taverna semplice; il posto è anzi molto curato negli arredi. Musica di sottofondo, non invadente anche all’ora del tramonto. Cucina italiano-greca. Il cuoco, italiano di Firenze, ci ha raccontato che prepara le pizze più buone dell’isola, almeno a detta di alcuni giornalisti greci che hanno fatto un servizio sul ristorante. Non saprei dirvi. Noi abbiamo provato insalate fresche e abbondanti per pranzo e ouzo a fine giornata come aperitivo.
I prezzi non sono proprio popolari, ma neppure folli come sanno/possono essere altrove sull’isola. Le foto qui sotto vi danno un’idea di cosa si vede seduti su uno dei cuscini sotto il pergolato.

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La spiaggia di Panormos
A nord-ovest dell’isola, Panormos è una lunga striscia di sabbia raggiungibile facilmente in motorino e in auto.
All’ingresso di Panormos si incontra subito un ristorante-lounge bar. Bianco, chic, con la musica. Ombrelloni, sdraio e cuscinoni colorati sulla sabbia. Oltrepassata questa parte più mondano-comodo-caotica, la spiaggia si fa tranquilla. Basta allontanarsi un centinaio di metri dal bar per trovare angoli tutti per sé.
Con cinque euro noleggiamo un piccolo ombrello da sole che ci viene portato dove vogliamo noi. E noi scegliamo un angolo di spiaggia dove il primo vicino di salvietta è abbastanza lontano da non sentire cosa diciamo. Poi ordiniamo un Nescafè Frappè alla ragazza del bar che percorre la spiaggia a intervalli regolari e che ci viene portato “a domicilio”. Volendo dal proprio ombrellone si può anche ordinare il pranzo.
Riassumendo: ombra, caffè freddo, mare trasparente, musica in lontananza. Panormos a inizio luglio? Tutto considerato, promossa.

(CONTINUA)

Di bianco e di blu. Di Grecia.

tavolini grecia

Penso al mare e penso a un’isola greca. Penso al bianco della case, dadi di calce abbaglianti di candore nel blu accecante del cielo e del mare. Penso alle porte colorate e alle sedie di paglia nelle piazzette. Adagiati sulle sedie gatti magri che dormono di pigrizia. Mi immagino una vacanza al mare e vedo le Cicladi. Con tutto il loro corredo visivo. Di bianchi e di blu, di immagini da cartolina e di stereotipi da tsatziki. Le tovagliette di carta delle taverne con la cartina dell’isola in mezzo. L’ouzo che diventa di perla a contatto con l’acqua e col ghiaccio. Ogni volta che mi viene voglia di andare al mare subito vedo le Cicladi. Ed è per questo che ogni tanto ci torno, ogni paio d’anni, giusto per non perdere l’abitudine e non ingiallire i ricordi nella mente. Torno in Grecia a vedere com’è il mare quando mi immagino il mare. Torno ogni volta contenta di scoprire un’isola nuova, un nuovo profumo, nuove facce.

gatto grecia

Come la faccia di Emanuela, accento di Genova che non si toglie e una storia d’amore che l’ha portata a vivere a Paros. Qui Emanuela, che non si è dimenticata di essere architetto, ha arredato con gusto 3 stanze e un appartamento che affitta, insieme al marito, vicino al porto dell’isola, a Parikia. La sua storia è quella di un incontro di fronte al mare che si è trasformato in famiglia e in una guesthouse bianca e blu. Come la Grecia. Panta Rei si chiama questo piccolo affittacamere che ti accoglie nella semplicità di pochi arredi.
Al Panta Rei ho dormito nella stanza a piano terra, due piccole finestre che guardano il mare e un letto-nicchia. Una stanza da innamorati, direi. Al piano di sopra due stanze che condividono un terrazzo affacciato sul blu e sul tramonto. Due stanze da affittare in quattro, se non si vuole dividere il terrazzo con qualcuno che non si conosce.
Il Panta Rei non offre la colazione, che è bello fare nei baretti del Kastro. Offre invece la posizione e un costo delicato. 45 euro per una doppia all’inizio di Luglio, poi in alta stagione il prezzo “sale” a 60-65. In quanto alla posizione, se arrivate in traghetto, non farete la fatica di trascinarvi i bagagli a lungo. Emanuela vi aspetta a due minuti a piedi dal porto, in cima a una candida scala (su quella sì, dovrete far fatica a trascinarvi i bagagli), per darvi il benvenuto nella sua isola e buoni consigli sulle spiagge. E tutto scorrerà facile e lieve. In fondo siete al Panta Rei e qui, come dice il nome, tutto scorre.

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Taccuino:

Panta Rei Rooms
Kastro, Parikia
Paros
Tel. +30 22840 23022
Cell. +30 6975811516

info@pantareirooms.com
www.pantareirooms.com

Fourni, l’isola greca che non c’è

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La vista dai terrazzini dell’Hotel Archipelagos a Fourni

Edoardo Bennato a suo tempo ci aveva insegnato che non può esistere un’isola che non c’è. Ma poi aggiungeva: “se ci credi ti basta perché, poi la strada la trovi da te”. Ebbene, la strada l’hanno trovata anni fa una coppia di amici miei, ed è la strada, o meglio la rotta che porta a Fourni, l’isola greca che non c’è’. L’isola lontana, fuori dalle rotte conosciute, l’isola greca che non conoscevi.

Chiedo ai miei amici che ormai da anni trascorrono il mese d’agosto a Fourni di scrivermi qualche impressione e qualche consiglio.

Ecco cosa mi dice lei (la pratica):
” Le spiagge le raggiungi con il motorino, il mezzo più comodo, altrimenti dal porticciolo del paese ogni giorno c’è una barca che accompagna alle spiagge per pochi euri. Quella più bella? Mah, secondo me quelle di Elidaki e Petrokopio, la più comoda da raggiungere Vitsilia, arrivi praticamente in spiaggia con il mezzo, e questo è il lato debole, infatti ancora un po’ ed alcuni entrano in acqua con l’auto! E poi si deve vagare e cercare quello che più si addice alle proprie esigenze.
Per quanto riguarda il divertimento serale, ci sono due locali dove si può anche ballare, tante taverne e bar soprattutto nella zona del porto dove la sera c’è la “vasca”
La taverna più carina secondo me però si trova a Kamari, un piccolissimo centro abitato da cui, con una bella scarpinata, si arriva a una bellissima spiaggia sempre deserta. Di sicuro però non ci si deve aspettare da Fourni la classica “vita turistica”, non è Santorini nè Mikonos, è un’isola ancora molto legata alla pesca che è sempre stata la sua ricchezza, dove il vento soffia per tutta l’estate tranne rare eccezioni. Insomma un paradiso, non facile, ma pur sempre un paradiso”

E sentite cosa scrive lui (il poetico):
“Fourni… l’isola scomparsa dall’atlante turistico. E’ una terra che devi cercare aprendo i canali della tua sensibilità, e quando sentirai i profumi intensi dell’origano e della salvia, quando il vento ti porterà in alto come un aquilone, quando il silenzio, la luce e il colore dell’acqua avranno tinteggiato la tela della tua anima, allora l’avrai trovata! E poi troverai ancora le feste “rosse” con gli isolani in piedi a cantare l’Internazionale. Fourni, lì mi fermerei.”

Per sapere come si arriva a questo paradiso perduto (e ritrovato) e per ulteriori consigli e informazioni pratiche vale la pena leggersi il recente articolo pubblicato qui sul TimesOnLine. L’articolo suggerisce, tra le altre cose, il piccolo b&b Archipelagos.

Taccuino

Archipelagos Hotel
Fourni
www.archipelagoshotel.gr

Koufunissi. Piccole Cicladi, grande mare

C’è da prendere un aereo per Atene, poi uno per Naxox e poi un traghetto. Oppure partire dal Pireo e farsi tutte le tappe, in mezzo agli zaini e alla facce da Grecia estiva. Lenti, lenti si arriva a Koufunissi, capitale del minuscolo arcipelago delle Piccole Cicladi, tre isole dove si vive una vacanza poco mondana e molto marina, dove l’acqua è trasparente, la sabbia bianca, i ritmi pigri.
Koufunissi si gira tutta a piedi, niente macchina, niente motorino, al massimo una barchetta ti porta a fare il bagno a Kato Koufunissi, l’isoletta disabitata che sta di fronte dove ci sono un paio di piccole baie, una taverna e nulla più.
Il bello di Koufunissi è che apri la porta della tua stanza, fai due passi e ti tuffi. Tutte le spiagge dell’isola le raggiungi a piedi. Quando il sole poi ti stanca ti ritiri all’ombra del pergolato di una taverna per un caffè shakerato freddo e una partita a backgammon. A fine giornata ti muovi lento verso i riti della sera: una passeggiata nella chora, un bicchiere di ouzo. Da To steki tes Maria, sulla via per il porto, l’ouzo te lo portano insieme a pezzetti di polipo grigliato e la vista al tramonto sul mare è la pace assoluta. Qui abbiamo visto il pescatore che asciugava i polipi sul filo da stendere e per asciugarli più in fretta usava un phon, il che rendeva la scena splendidamente surreale.
Per cena lì vicino, da Capetan Nikolas, scegli insieme al capitano il pesce che preferisci e che ti fai grigliare. Tutto qui. Domani si ricomincia da capo.

Per dormire a Koufunussi c’è Gitonia tis Irinis (foto), un complesso di piccole case bianche con le porte blu, tutte con un piccolo patio ombreggiato e un giardino di bouganville. Gli interni sono spartani, il prezzo decente. L’amaca appesa fuori da alcune di queste casette lascia presagire il piacere di serate a cullarsi ipnotici. Le foto dicono il resto.


Taccuino:

Gitonia tis Irinis
Limani, Koufunissi
Per prenotare via telefono o fax al:
+ 30 22850 71674

www.koufonisia-diakopes.gr

A Rodi, nella città vecchia

L’hotel Andreas a Rodi è un posto che abbiamo trovato per caso, aprendo la guida turistica appena scesi dal traghetto. La guida parlava di un posto piccolo, sofisticato e low budget nel cuore medioevale della città vecchia.
Difficile dire cosa piace di più di questa antica dimora greco-ottomana trasformata in albergo. Forse il fatto che le stanze sono tuttte diverse, ma tutte ugualmente non banali. Forse la grande terrazza dove all’arrivo ti servono un drink di benvenuto e al mattino una rilassata colazione con vista sul mare, la città vecchia e il porto (e anche un’omelette speciale ha fatto la sua parte). Forse il personale simpatico, multilingue e prodigo di consigli. Oppure il raccolto e silenzioso cortile interno con le piante di limone e arance. A noi è capitata in sorte una stanza piccola, dominata da un grande letto che intorno ci si passava appena, ma tutta circondata da finestre che davano sul cortile interno. E alle finestre tende colorate. Il bagno era all’esterno della camera, ma altre stanze hanno il bagno annesso e sono più grandi. Ci sono poi stanze con il soppalco e altre con la terrazza privata, stanze decorate in stile turco e altre in stile tradizionale greco.

La città vecchia di Rodi ha un suo fascino un po’ rovinato, soprattutto la sera, dai tanti ristoranti e bar con gli imbonitori che ti chiamano di continuo invitandoti a provare il loro locale. Molti i negozi che vendono paccottaglia per turisti. Molti i menu “internazionali”. L’Hotel Andreas riesce comunque a rimanere protetto da questa confusione e per questo risulta ancora più apprezzabile.

Taccuino di viaggio:

Hotel Andreas
Omirou 28
D85100 Rodi
Tel: +30 22410 34156
Fax: +30 22410 7428

http://www.hotelandreas.com